Il viaggio di Marzio
Così doveva essere Marzio Stazio, all’epoca dei fatti narrati da Viteliù.
La Guerra Italica, combattuta da Sanniti, Marsi, Peligni, Marrucini, Vestini, Piceni contro Roma dal 91 all’88 a. C. per l’ottenimento della cittadinanza romana, è oramai finita da 16 anni. Siamo nel 72 a. C.
I Romani non hanno vinto militarmente, ma hanno solo saputo difendersi. Gli Italici, invece, hanno ottenuto la cittadinanza romana.
Questo non ha frenato l’odio di generali romani nei confronti dei Sanniti. È il dittatore romano Lucio Cornelio Silla che, tornato dall’Oriente, non accettando l’immissione degli Italici nel mondo romano quali “Cives Optimo Iure”, marcia su Roma e tenta di sterminare la “Touto” dei Sanniti Pentri.
Più in particolare, Lucio Cornelio Silla ha in odio Gavio Papio Mutilo, Meddis supremo dei Sanniti Pentri, l’Embratur dei Vitelios, in altre parole comandante in capo dell’Esercito Italico che aveva condotto la Guerra Italica.
Lucio Cornelio Silla riesce a catturare Gavio Papio Mutilo, da tempo cieco, nel 79 a. C., 9 anni dopo la fine della Guerra Italica. Non lo fa uccidere perché vuole che Papio assista, in stato di umiliazione, alle conquiste di Roma e alla correlativa distruzione del popolo sannita. Silla è convinto di avrelo domato e distrutto moralmente.
Ma Gavio Papio Mutilo resiste alle umiliazioni, assiste al disfacimento fisico di Silla che muore nel 79 a. C. e, proprio nel 72 a. C., decide di fuggire da Roma per tornare nella sua terra sannita. Prima, però, deve “recuperare un ragazzo”……….
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