Il Grero: alla scoperta di un antico vitigno

Degustazione guidata presso la Cantina Zazzera Todi (Pg) domenica 16 dicembre ore 19,00
L’associazione culturale Matavitatau propone un viaggio nel gusto, per conoscere l’antico vitigno “greco di Todi” di recente riscoperto. Alla famiglia Zazzera e all’enologo tuderte Alessandro Carletto, con una indagine iniziata già nel 2004, va il merito di aver proposto di nuovo all’attenzione un vitigno autoctono che avrebbe rischiato l’oblio: il Grero. Grazie allo studio attento e rispettoso del territorio e alla collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università di Perugia, questo antico vitigno, di cui si era totalmente interrotta la coltivazione e persa memoria, è tornato all’attenzione della comunità scientifica che ne ha intrapreso l’analisi e lo studio rivelando sorprendenti risultati.
Cosa rende una bottiglia di vino unica e preziosa? La storia del luogo che essa custodisce e restituisce Cosa occorreva per veder riconosciuto al ‘Greco Nero di Todi’ citato sulle vecchie carte, il titolo ufficiale di vitigno autoctono di Todi? Poiché un vitigno può definirsi autoctono “solo se ottenuto localmente da incroci naturali adattati nel tempo”, serviva il capostipite, la pianta madre. Questa venne trovata nel febbraio 2009 in località Romazzano, piccola frazione di Todi: età oltre 120 anni, diametro del tronco 37 centimetri. Si tratta di un’ antica vite, documentata fin dal 1893, da questa ‘pianta madre’ sono stati riprodotti degli esemplari coltivati da tre aziende agricole del territorio: la Cantina Todini, la Cantina Zazzera e l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, le cui uve sono state lavorate all’interno dell’Istituto Agrario di Todi.
A seguire tutto l’ iter procedurale di ricerca: analisi ampelografica del vitigno, analisi molecolare, indagini agronomiche, vinificazioni ed analisi chimico, fisiche e sensoriali, dossier dei dati e registrazione del vitigno presso il Registro Nazionale di Varietà della Vite, col nome “Grero” sintesi tra le parole ‘Greco’ e ‘nero’ con le quali veniva segnalato negli antichi documenti del XIX secolo. Tale vitigno racchiude grandi potenzialità ben espresse dal Grero: vino di colore porpora, con un’alta intensità e complessità aromatica di  frutti rossi, speziato e balsamico di erbe aromatiche. Sebbene ad oggi quella del Grero di Todi rimane una produzione di nicchia, di appena 3 ettari totali, il prezioso studio che ha condotto alla sua produzione e che  ne esalta le caratteristiche e  i punti di forza, mira a fare di questo nero tuderte  un “mediatore del gusto” come l’ha definito Sandro Camilli,  presidente dell’Associazione italiana Sommelier Umbria, sottolineandone la grande versatilità in cucina . Ancora una volta dal passato un’opportunità ci è donata per riscoprire la nostra identità.

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