RIETI – VENEZIA D’ACQUA DOLCE- E CUTILIAE, OMBELICO D’ITALIA

domenica 27 aprile 2014

alla scoperta di un passato fatto di acqua, inondazioni e canali navigabili che trasformavano la città in una piccola laguna, rendendola il centro più ricco d’Europa.

In agro Reatino, Cutiliae lacum in quo fluctuat insula Italiae umbilicum esse: M. Varro tradit

Plinio (Hist. Nat., III, 17)

La visita guidata permetterà di conoscere il passato storico della Reate  romana, legata al mercato del sale, oro bianco dell’antichità, essenziale per la conservazione del cibo, indispensabile per pagare i soldati, un vero e proprio genere di lusso per chi abitava lontano dalle coste.  I romani furono i primi a capirne la necessità e il valore tant’è che costruirono la più antica via consolare, la via Salaria, che congiungeva Roma a Porto d’Ascoli per il trasporto del prezioso alimento. La strada passava per la città di Rieti, dove i romani dovettero fare i conti con un elemento oggi più prezioso del sale: l’acqua. “Croce e delizia” del territorio Reatino, questo bene insostituibile, ha reso sempre difficile la vita della popolazione locale, costretta a combattere con il fiume Velino che nel passato usciva spesso dagli argini.
La costruzione a Rieti di un poderoso viadotto, costruito nel III sec. a.C. per evitare l’impaludamento della via Salaria, rispose proprio alla necessità di risolvere il problema dell’abbondanza delle acque della città. Questo manufatto, permetteva alla strada di raggiungere la città, evitando allagamenti e impaludamenti.  La struttura, un capolavoro di ingegneria stradale in opera quadrata su cui poggia parte della nuova città, è custodita nei sotterranei di alcuni nobili palazzi che saranno oggetto della visita guidata dell’Associazione Culturale  Matavitatau.
La visita guidata prosegue a 70 stadi da Reate, sempre a ridosso della Via Salaria,  nella splendida Valle del Velino,  dove sorgeva il centro di Cotilia, considerato da Varrone l’umbilicus della Penisola non lontano dal quale vi era il Lacus Aquae Cutiliae che si credeva non avesse fondo,  al centro del quale era un’isola galleggiante creatasi con erbe, canne e fango cementate dal calcare delle acque lacustri, ben note per il loro forte potere incrostante.
Cutiliae, citato da Dionigi di Alicarnasso come importante centro degli Aborigeni, antichi abitanti della Sabina, conserva un complesso archeologico tra i più imponenti della zona. Le “Terme di Cotilia” si affacciano sulla vallata del fiume Velino e l’area dove sorge il sito è molto importante dal punto di vista idrogeologico e carsico: la circolazione di acque mineralizzate sotterranee ha determinato lo sprofondamento di parti superficiali del terreno. Il sito è conosciuto anche con il nome di ‘Terme di Vespasiano’, infatti questo imperatore e il suo successore Tito,  furono amanti del luogo e delle proprietà terapeutiche delle sue acque e lo scelsero come meta di villeggiatura durante gli ultimi anni della loro vita.  Tutta la zona è interessata da vene e fonti ricche di zolfo che emanano vapori di anidride solfidrica. Proprio queste sorgenti, citate da Strabone nel I sec. a.C. e ricordate da Plinio il Vecchio e Vitruvio, erano ben conosciute nell’antichità per le loro qualità terapeutiche.

Nei sotterranei della città di Rieti si apre un mondo straordinario di volte, architravi, antichi vicoli che conduce al monumentale viadotto romano costruito nel III sec. a.C

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